venerdì 30 aprile 2010


Cercate il nuovo numero tra le facoltà, le biblioteche, i locali di Parma!

mercoledì 28 aprile 2010

BOULEVART BOULEVART

Dopo la pioggia di sabato scorso 24 aprile l'evento Boulevart è stato rimandato ufficialmente al 15 maggio!
Nel mezzo della primavera, sotto un cielo che si spera sarà clemente, una sfilata di artisti... e di moda!
Tutti pronti a vivere una Parma diversa, invasa da colori, da luci, da sorrisi e occhi incantati. Dalle 17 alle 24, tra via Cavour, via Garibaldi, Piazzale della Pace, via Melloni, via Pisacane e in tutte le strade limitrofe troverete i più di 400 artisti di Boulevart a farvi vedere l'arte giovane della nostra città.

Scoprite il programma completo su www.boulevartparma.it

STIVALI DA PIOGGIA

Studenti del Campus, vi conviene indossarli!

martedì 27 aprile 2010

TROVAMI!

Ultimo Appello è pronto per voi!
Trovatelo in giro per Parma.... rigorosamente free, come sempre.

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lunedì 26 aprile 2010

new issue e Boulevart



Pronti Pronti!! Quante cose belle in questi giorni di sole.
O meglio, vista la parentesi piovosa di sabato, l'evento Boulevart è stato POSTICIPATO. Data più probabile si mormora sia il 15 maggio, stesso posto, stessa ora (quindi dalle 17 alle 24 nella zona che parte da via Cavour e comprende via Garibaldi, Piazzale della Pace e strade limitrofe)...ma la conferma ufficiale deve ancora arrivare, quindi antenne dritte e dita pronte a digitare www.boulevartparma.it per avere aggiornamenti costanti. Oppure potete sempre telefonare allo 0521 251848.
Ma per Ultimo Appello non c'è pioggia o sole. Il numero nuovo uscirà domani e sarà di....80 pagine!!
80 pagine pienissime di feste, eventi, curiosità, pettegolezzi, consigli, d.i.y., fotografie, insomma.... il solito, però un po' allargato! Volevamo celebrare la primavera strappandovi un sorriso in più!
Pronti a correre tra le facoltà, biblioteche, locali, negozi e accaparrarvi la vostra copia di UA!

Scriveteci a ultimoappello@edicta.net, cercateci su facebook, su twitter e.... iniziate a scaldarvi per il 3 giugno! la Festa del Campus sta arrivando!!

giovedì 25 marzo 2010

Per tutti gli appassionati

Chi non ha mai sentito parlare dell' Attacco di Panico? Il male del nuovo millennio, che miete sempre più vittime- giovani soprattutto-, lasciando uno strascico di ansia perenne e bruciando risorse enormi di serotonina. Questo, a grandi linee. Nel dettaglio si potrebbero elencare innumerevoli sintomi e cause, senza comunque riuscire a dare pace a chi ne soffre. Perchè non sarà doloroso, è vero, ma è comunque un impedimento, perchè, nei casi più gravi, ostacola il vivere normale, limita gesti e azioni... regala follia e incomprensione.
A questo "ospite indesiderato" la parmigianissima Franca Tragni, ha dedicato uno spettacolo. Lei, che di panico ne soffre da anni, ha deciso di prendere questa "bestia" al guinzaglio e di portarla in scena, per mostrarla agli spettatori. Un bel gesto di coraggio e uno splendido modo di spiegare che cosa si prova quando arriva un attacco... di passione.
Attacchi di passione -questo appunto il titolo della mise en scene- sdrammatizza la faccenda, la rende per certi aspetti comica e, nello stesso tempo, si dimostra una terapia d'urto; per l'attrice, che parlandone si libera, in qualche modo, dal male, ma anche e soprattutto per chi conosce da vicino gli attacchi di panico e può sentirsi così meno solo, arrivando addirittura a riderci su.

Attacchi di Passione, stasera al Teatro al Parco, ore 20.30, ingresso gratuito.

Attacchi di Passione
di e con Franca Tragni
luci Erika Borella
collaborazione drammaturgica voce e regia Carlo Ferrari

Un'anima messa a nudo sul palcoscenico, il racconto tragicomico di vent'anni di convivenza con un male oscuro, ossessivo a cui non si riesce a dare un nome: esaurimento nervoso, un po' d'ansia o forse l'ef fetto incontrollato di qualche sostanza stupefacente, magari anche quella leggera depressione dovuta allo sconvolgimento ormonale da pillola anticoncezionale: sono solo goffi tentativi. Attacchi di passione è la storia autobiografica tenera e disperata di una donna che è diventata attrice perché non ce la faceva più a stare intrappolata nei posti centrali della quarta fila di platea, a cui mancava il respiro quando viaggiava sola in treno. È il racconto vero e toccante dei tentativi, delle prove, della fatica, della raccolta spasmodica delle energie per cercare una soluzione, per farsi capire, per condividere la sofferenza.

...................

Era una serata languida di inizio autunno, pizza e birra con gli amici, cinema e ritorno a casa. Avevo diciott’anni e la testa piena di sogni matti…
Era il 30 settembre 1984, quando la bestia venne a cercarmi e mi trovò. La bestia…il mio primo attacco di panico…
“Attacco di che?”
“Attacco di panico.”
“Ma che cosa vuoi che sia!”
Questo è il racconto tragicomico di vent’anni di convivenza forzata con un ospite che speri si fermi solo per qualche giorno e che invece, subdolamente, prende possesso dei tuoi spazi…dei tuoi pensieri…del tuo respiro…
Non so bene perché ho scelto di raccontarvi questo, me lo sto chiedendo solo a cose fatte. Forse per togliermi un peso, sicuramente per condividere l’esperienza con tutti voi, viandanti spaventati nella notte dal dio Pan! Per azzerare la distanza e lenire l’anima, per ridere insieme dei goffi tentativi di nascondersi e scrollarsi di dosso il buio.
Franca Tragni
Recensioni:
Tantissimo pubblico, una calda, vivace partecipazione, lunghi applausi per Franca Tragni che si espone in scena raccontando di disagi, sofferenze, paure, sapendo anche far ridere, lo sguardo aperto e ferito, ma anche vigile e combattivo, una continua altalena di stati d'animo, di sentimenti. Perché quello smarrimento assoluto, la voglia di nascondersi, le ansie che moltiplicano il desiderio di fuga, di rifugio, è sempre pronto a tornare: questa almeno la condizione di chi soffre di attacchi di panico, una continua insicurezza per la possibilità di stare ancora male all'improvviso, trovandosi senza difese… Molto brava Franca Tragni a creare con lo sguardo sospeso le incertezze di riflessione, le domande retoriche, situazioni buffe, di cui si ride subito, ma senza che si dimentichi il disagio, il profondo malessere… (Gazzetta di Parma – 18 marzo 2006 – Valeria Ottolenghi)

venerdì 5 marzo 2010

Questo è Teatro




Ancora tre serate per assistere ad una grande lezione di Teatro. Quella di Giancarlo "Lallo" Ilari, protagonista unico dell'opera beckettiana L'ultimo nastro di Krapp, sotto la regia di Massimiliano Farau. Un uomo spettinato in una stanza buia "ascolta" il suo passato. Un monologo scandito da silenzio alternato ad un'unica registrazione, in cui parla un Krapp trentanovenne "sano come un pesce", un Krapp giovane che decide di dare il suo addio all'amore. Quello che vediamo, o che spiamo, forse, dalla cornice nera del pubblico è un uomo vecchio, che fa i conti con se stesso; che si da del "coglione", che sbuffa, brontola, rabbrividisce, si alza, si siede, che sta zitto mentre la voce di un "io" giovane esce dal registratore. Un uomo che si fa prendere dalla rabbia del rimpianto e dopo avere messo in ordine le scatole di latta contenenti le preziosissime bobine, le lancia per terra: scaglia la sua storia contro il pavimento. Perchè quello che c'è adesso, quello che resta di Krapp, è ciò che il pubblico vede "abusivamente", è la goffaggine di un corpo stanco che abbraccia il registratore e lo guarda, con gli occhi lucidi. L'eloquenza muta che si realizza nei gesti, nelle espressioni. Un silenzio che non annoia, un silenzio che si riempie delle parole di "un altro", niente più che una voce, incastrata in un nastro. E Krapp si alza, si siede, manda avanti e indietro il nastro in modo compulsivo, si lascia commuovere e arrabbiare e deludere dal fantasma di cui solo la voce possiamo percepire.
Sempre quel corpo pesante che ritorna a "marcare il territorio" dei drammi di uno dei più grandi e difficili drammaturghi del nostro tempo.
Spara allo stomaco e alla gola, quest'opera, è da "metabolizzare", da osservare ma con delicatezza. Perchè ci sono età per tutto, e anche per questo dramma. Per gli occhi giovani che poco riescono a immaginare cosa sia la "felicità perduta"; e per gli occhi adulti, che possono forse riconoscersi in uno sguardo triste, testimone di sbagli e rimpianti intrappolati in una bobina o più semplicemente nella memoria.
F.L.

L'ultimo nastro di Krapp - dal 10 febbraio al 7 marzo - Teatro Due, Parma

Link:

- www.teatrodue.org (sul sito del teatro è possibile trovare tutte le informazioni relative alla stagione 09/10 ma anche la scheda di L'ultimo nastro di Krapp, accompagnata da un video dello spettacolo)

- http://parma.repubblica.it/multimedia/home/22919122/1/5 (Video-intervista brevissima al protagonista Ilari, uno dei mostri sacri del nostro teatro. Un ritratto abbozzato ma estremamente dolce, malinconico, autoironico. Trovate i link ad altre video-interviste a "Lallo" Ilari )